MARE D’INDIA

R I 1 59; R I 7 0 (mare che chiamano de India); R I 7 2 (mare dell’India); R I 11 7 (mare dell’India); R I 15 0 (mar dell’India); R I 27 0 (mare dell’India); R I 27 1 (mare degli Indiani); R III 4 5 (mare Indo); R III 29 1; R III 38 0; R III 38 1.

mer de Indie, mer d’Endie, mer de Yndie F; mare Indie, mare Yndie L; Indicum Mare, mare Indicum P; Mar d’India, Mar de India, Mar Idomo V; Mar d’India VA; Mar d’India VB; Mare Indorum, Mare Indum Z.

BIBLIOGRAFIA – Le Goff 1970; Tolmacheva 2000, p. 376.

È la tradizionale definizione della parte asiatica del Mare Oceano, ovvero l’oceano Indiano – per la cui appercezione nel Medioevo occidentale vale il giudizio di Le Goff (1970, p. 280): «L’Occident médiéval a ignoré les réalités de l’océan Indien». Solo le esplorazioni portoghesi della seconda metà Quattrocento permisero l’abbandono della visione tolemaica (ai clerici medievali trasmessa indirettamente attraverso i regesti geografici tardo-antichi – la linea “(Plinio)-Solino-Isidoro di Siviglia” –, e riemersa in maniera diretta con il riapparire del testo greco della Geographia nella Firenze di inizio del Quattrocento), che si trattasse di un mare chiuso: nella carta del 1489 di Henricus Martellus Germanus (Heinrich Hammer: cartografo attivo a Firenze fra il 1480 e il 1496), elaborata a partire da informazioni portoghesi (Davies 1977) il “mare d’India” diviene un mare aperto – e con questa constatazione venne meno tutta la costruzione medievale che faceva di questo mare clausum l’“horizon onirique” (Le Goff) sul quale posizionare l’Altrove.

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